Descrizione
Il libro
«Vorrei che questo Ritratto venisse pubblicato e prendesse il largo in quel profondo mare salato – il mondo. Lì, sicuramente, qualcuno in grado di capirlo e di capirmi ci sarà». Mary MacLane vive a Butte, nel Montana, che a detta della stessa autrice, offre «uno dei panorami più brutti che si possa desiderare di vedere». Ha diciannove anni quando scrive I Await the Devil’s Coming, un grido forte e distinto che vuole far tremare i buoni propositi della società borghese americana totalmente incapace di accogliere una mente libera e rivoluzionaria come quella di Mary MacLane, che arriva a porsi nel 1901 la questione: «esiste, in questo mondo spietato, qualcosa di sublime quanto l’amore puro di una donna verso un’altra donna?». Di qui nasce l’attesa del Diavolo, che non è: «quell’orrenda creatura in calzamaglia rossa, con zoccoli caprini, coda e un forcone a due punte. Invece, penso a lui come a una persona di immane fascino, forte, dalla volontà d’acciaio e con indosso abiti comuni – un uomo di cui innamorarsi perdutamente, follemente». Un memoir, un ritratto che si serve della struttura del diario, quasi un retaggio formale dell’infanzia, un libro la cui scrittura insegue il senso e i pensieri dando vita a un flusso di coscienza animato dalla ricerca a tratti estenuante e a tratti rassegnata, di una pur effimera via di fuga.
E in questa fessura di vita di tre mesi, in cui MacLane riporta il suo quotidiano nero su bianco, si riconosce la spavalderia dei vent’anni che non ammette chiaroscuri ma soltanto colori netti e vividi.
Al libro bastò un solo mese di pubblicazione per suscitare un’eco fortissima, tanto che il nome di Mary MacLane si fece conoscere presto in tutto il Nord America. La stampa riempì intere colonne di giornale di articoli su questa autrice sconosciuta, la squadra di baseball di Butte si fece ribattezzare in The Mary MacLanes, si arrivò subito a parlare di “MacLaneismo”, il «Washington Post» definì il libro come «uno dei più sorprendenti pubblicati negli ultimi anni», venne persino inventato un cocktail col suo nome. Un libro la cui forza evocativa non si è persa nel tempo, ma, al contrario, è ancora capace di restituire al lettore un sentimento di lotta e grazia.
«Occorrono secoli di lacrime pietà e lutto per smuovere di una virgola questo mondo».
Nasce nel 1881 a Winnipeg, in Canada. In tenera età si trasferisce con la sua famiglia negli Stati Uniti: in un primo momento nel Minnesota, poi, in seguito alla morte del padre e al nuovo matrimonio della madre, a Butte, nel Montana. Nel 1902, a diciannove anni scrive il suo primo libro, I Await the Devil’s Coming che, pubblicato con il titolo The Story of Mary MacLane, vende inaspettatamente centomila copie. La censura si affretta a vietarne la vendita dopo soltanto un mese a causa degli argomenti trattati considerati scandalosi. Seppur breve, questo successo le garantisce la possibilità di lasciare la provinciale Butte per l’agognata New York. Invischiata in processi per furto, regista, giocatrice d’azzardo, morì proprio a New York il 6 agosto 1929, forse suicida, con una copia del suo primo, indimenticato, libro tra le mani.
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