Descrizione


Il libro
Dal primo marzo al quindici ottobre Edouard Loisel cammina per le vie di Parigi con il bastone da passeggio. È uno dei gesti che compone la “buona tecnica” con cui, da autentico spirito scientifico, vive e osserva il mondo. Esce al mattino di buon’ora, alle dodici e trenta si concede una pausa assieme ai suoi colleghi nella solita tavola calda, alla sera torna dalla moglie, cena e si corica. Ai suoi calcoli di chimico corrispondono sempre reazioni esatte: la vita, come il suo laboratorio, è una continua occasione di scoperta e di gioia. Ma un giorno tutto cambia. Seduto a mangiare al Petit-Passe-Temps, nello specchio di fronte a sé incrocia un volto sconosciuto, che esercita su di lui un’attrazione magnetica. Nei giorni a seguire, Edouard e l’uomo sconosciuto non si parlano, ma si guardano e, silenziosamente, si conoscono e riconoscono l’uno nell’altro. In breve tempo, tra i due inizia una profonda amicizia: quell’uomo è Louis Salavin, già protagonista di Confessione di mezzanotte, ormai profondamente cambiato, si è sposato, ha un figlio e un lavoro. I due uomini scoprono di completarsi reciprocamente: Edouard è razionale, preciso, ambizioso ma calmo e affettuoso, Louis è meditativo, viscerale, vago, spesso imprevedibile e scontroso. Ma Duhamel sembra suggerire al lettore di non fidarsi del progresso della vita, di dubitare della stabilità dei caratteri individuali, di guardare sempre nelle trame dei rapporti, specialmente quando questi appaiono indissolubili. Gli incastri, a volte, non sono perfetti, e quelle crepe che sembrano appena accennate possono espandersi, trasformandosi in crateri profondi che separano irreparabilmente le persone.
Nel secondo libro del ciclo di Salavin, Duhamel prosegue lo scavo nell’animo umano e l’analisi delle sue talvolta inspiegabili sfaccettature, mostrando ai lettori che l’identità dell’uomo moderno è ormai in frammenti: impossibile pensare di conoscersi davvero, l’un l’altro.
«Non sono né migliore, né più saggio, né più intelligente di quel disgraziato. Non sono ciò che sono, non faccio ciò che faccio, non voglio ciò che voglio, ed esigo comunque l’amore, l’ammirazione e la gratitudine degli uomini».
Georges Duhamel nasce a Parigi nel 1884. Dopo la laurea in medicina trova impiego presso un’industria farmaceutica e parallelamente si dedica alla scrittura letteraria. Inizia a pubblicare alcuni poemi e testi teatrali, che vengono rappresentati all’Odéon; il «Mercure de France», che rimarrà la sua casa editrice per quasi vent’anni, gli affida una rubrica di critica.
Durante la Guerra è comandante delle ambulanze chirurgiche, esperienza che sarà oggetto di due raccolte di racconti: Vie de Martyrs e Civilisation (Prix Goncourt nel 1918). Alla fine della Guerra rinuncerà alla carriera da medico per dedicarsi interamente alla letteratura

Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.